Il muro della gentilezza di Milano
Ha compiuto tre anni il muro della gentilezza di Milano. Dove si trova? È in via Luigi Nono 7, abbastanza vicino al Cimitero Monumentale.
IL MURO DELLA GENTILEZZA DI MILANO
È uno dei tanti esempi di Milan cont el coeur in man, Milano con il cuore in mano. In breve, si può andare e donare vestiti, sciarpe, cappotti e altri beni di prima necessità. Ma anche altre cose (per esempio, dei giocattoli o dei libri). Si va e si lasciano lì. Chi ha bisogno può prenderli. Il tutto in modo molto discreto e molto dignitoso. Il muro è quello della sede di Tempio del Futuro Perduto, un’associazione di volontariato e gli operatori danno ai clochard o alla Caritas Ambrosiana o ad altri enti benefici i doni che non vengono presi spontaneamente.
Si può andare a qualsiasi ora del giorno e della notte. Sia prendere sia a dare. Infatti, il Tempio del Futuro Perduto è un centro di raccolta permanente. Il centro, che fa parte della Fabbrica del Vapore, è aperto dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18,30. Quindi, si possono lasciare le cose anche quando è chiuso.
COVID 19
In questi giorni non ricorre solo il terzo anniversario della nascita del muro della gentilezza di Milano: molti di voi si saranno ricordati che il 21 febbraio 2020 c’è stato anche il primo caso di COVID 19 in Italia. E questa iniziativa nel periodo della pandemia è stata molto preziosa visto l’aumento di casi di povertà.
NON SOLO A MILANO: GLI ALTRI MURI DELLA GENTILEZZA
Il motto di questo progetto è “Se non hai bisogno lascialo, se ne hai bisogno prendilo”.
Quello di Milano non è il primo muro della gentilezza della storia
Secondo quanto riporta un articolo della BBC risalente al dicembre 2015, è la frase scritta dalla persona che ha ideato il primo muro della gentilezza (o Wall of Kidness). Ha appeso dei chiodi e messo un attaccapanni. E ha voluto rimanere anonimo. L’articolo spiega che è avvenuto a Mashhad, in Iran, nel 2015. I primi regali arrivarono fin dalle prime ore.
Successi, fallimenti, problemi, soluzioni
Non ci sono solo il muro della gentilezza di Milano e quello di Mashhad.
Ad esempio, ce n’è uno a Bologna pensato per i bambini, dove si possono prendere o lasciare anche dei giocattoli. Lo hanno creato le tate di un asilo.
Questo tipo d’iniziativa non ha avuto successo dappertutto. Soprattutto perché in alcune città gli walls of kidness erano diventati una sorta di discarica. A Uppsala, in Svezia, hanno evitato questo problema facendo diventare il muro di raccolta un’installazione artistica. Estetica e solidarietà insieme. Del resto, è la teoria delle finestre rotte: il degrado e la trascuratezza generano altro degrado e altra trascuratezza. Al contrario, siamo più propensi a rispettare i posti curati.
Oppure perché mancavano le autorizzazioni.
L’Avvenire dà questa spiegazione del successo del muro di via Nono.
Proprio questa caratteristica, l’essere un punto di riferimento nel quartiere, potrebbe favorire la buona riuscita del progetto ed evitare come è successo altrove, che i buoni progetti e le buone intenzioni si scontrino con la realtà
Nonostante alcuni fallimenti, come sottolinea sempre L’Avvenire, è bello che nel mondo esistano anche questi muri e non solo quelli che dividono. Come quello, per esempio, di Nicosia.
Conoscevate il muro della gentilezza di Milano? Nella vostra città ce n’è uno o ce n’è stato uno? Ditecelo nei commenti.
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